Ok, lo ammetto: sono abbastanza entusiasta del mio passaggio a Fujifilm :) Chiamatemi pure FujiFanBoy.
Ma non è tutto perfetto, ci mancherebbe!
Sono soddisfatto della comodità del sistema, delle prestazioni dell’autofocus, del fuoco manuale, delle ottiche, della qualità di immagine. E come ho spiegato qualche giorno fa il peggior “bokeh” di un sistema mirrorless APS-C è per me un problema relativo. Mettiamola così: sono molto più contento della maggiore Profondità di Campo per uso “street” piuttosto che scontento della maggiore Profondità di Campo per uso “glamour”. Non di solo bokeh vive il fotografo :) Anzi! Guardiamo le foto che hanno fatto (e stanno facendo) la storia della Fotografia e ci accorgeremo che il “bokeh”, tutto sommato, non ha mai interessato nessuno…
Ma in una recensione devo essere razionale e obiettivo: le Fujifilm X-T1 (e le mirrorless in generale) soffrono di alcuni “difettucci”, in parte legati alla giovane età del sistema, in parte a “leggerezze” progettuali, in parte alla necessità di mantenere leggera e poco ingombrante la fotocamera.
Con questa quarta parte della mia recensione intendo fare l’elenco delle cose che non riesco a digerire ancora dopo un anno di utilizzo.
L’elenco che sto per stilare è strettamente personale. Sicuramente incompleto. Forse a tratti impreciso. Mi piacerebbe se nei commenti, voi utenti che leggete, aggiungeste le vostre considerazioni :)
La batteria. Anzi no. Le batterie.

La batteria originale Fujifilm e la batteria compatibile Patona.
Nel 1979 venne introdotta sul mercato la Contax 139 Quartz, una delle prime fotocamere ad utilizzare batterie per il suo funzionamento. Questo è un commento dell’epoca: “Con il consumo esagerato dei LED del mirino, non si farà altro che comprare pile. Molti utilizzatori non potranno mai accettare il fatto che, senza pile, la fotocamera smetta di funzionare”.
Per la cronaca: con due pile “a bottone” su una Contax 139 si facevano un paio d’anni di fotografie.
Adesso quel commento fa sorridere :)
Quando anche il semplice mirino ha bisogno di elettricità per funzionare e il largo display viene utilizzato non solo per le informazioni sulle impostazioni attuali della fotocamera ma anche per comporre e inquadrare in “live view” c’è poco da aggiungere. La durata della batteria sulla X-T1 è il vero tallone d’Achille del sistema. Con una batteria si scattano mediamente 300 foto e per una giornata di lavoro ne occorrono almeno 4/5.
Fortunatamente le “Patona” su Amazon hanno un prezzo assolutamente accessibile.
Ma il problema non è solo nel consumo. L’indicatore di stato di carica della batteria è assolutamente inattendibile! Indica carica piena fino agli sgoccioli, toglie una tacchetta quando abbiamo a mala pena 20 foto di autonomia e quando lampeggia in rosso… OFF! Morta. Cambiare batteria please!
Ovviamente le condizioni possono cambiare considerevolmente in funzione dello stato di usura della batteria o della temperatura di utilizzo, ma resta il fatto che dovrete scordarvi l’affidabile sistema Canon o Nikon che vi avvisa gradualmente dell’autonomia residua della batteria.
Morale della favola: tasche piene di batterie. E nonostante questo potrà capitare di perdere qualche buona foto per essere rimasti -improvvisamente- “a secco”.
Two is megl che one: il secondo slot di memoria.
Posso accettare l’idea che un amatore conviva tranquillamente con un solo slot di memoria, ma la X-T1, dedicata anche ai professionisti, avrebbe dovuto disporre di doppio slot. Le SD si rompono. È successo a tutti. E se non ci è successo abbiamo tutti un cuGGino a cui è successo :)
Non ci sono scuse, il prezzo di un dispositivo di lettura/scrittura di schede SD è irrisorio… E lo spazio dove infilarlo si potrebbe trovare, sarebbe questione di qualche millimetro. Mi auguro davvero che la X-T2, se si chiamerà così, risolva il problema.
La compensazione dell’esposizione in manuale.
Sono poche le fotocamere che consentono di compensare l’esposizione in manuale, ma lo trovo di una comodità assoluta. Possono verificarsi casi in cui il fotografo abbia l’esigenza di scegliere sia il tempo che il diaframma e, lavorando con gli ISO automatici, lasciare che la sovra o sottoesposizione di una foto siano determinati da una variazione (automatica) degli ISO entro un certo range. La Sony A6000, ad esempio, può farlo.
E non venite a dirmi che il “vero fotografo” lavora solo in manuale! :) Se ne siete convinti allora, per coerenza, dovete rivolgervi ad un “vero commercialista”, uno di quelli che non usa software o calcolatrici ma fa i conti a mano! :) Ad ogni modo dipende dal genere fotografico, ma gli automatismi seri, quelli che non si sostituiscono al pensiero del fotografo ma lo aiutano, sono i benvenuti.
Sarebbe fantastico se la X-T1 potesse compensare l’esposizione quando la utilizziamo in manuale. Come dite? Firmware 4.0? :) Ci stiamo arrivando… un po’ di pazienza :)
La mancanza del numero di serie della fotocamera nei metadati exif.
Possibile? Faccio ancora fatica a crederci… Cosa costava inserire nei dati EXIF il numero di serie della fotocamera? Utilizzo due X-T1 per il mio lavoro e non posso separare in Lightroom le foto scattate da una da quelle fatte con l’altra. Incredibile e inammissibile. Una svista piuttosto grave…
Gli ISO 100 con il RAW.
Aridatece i 100 ISO! Ok, qualcuno sosterrà che Fuji ha giocato sporco e in realtà i 200 ISO corrispondono ai 100 della concorrenza. Mmmmm… forse avete ragione. Sul fatto se la differenza sia pari a uno STOP pieno o una frazione di STOP si potrebbe discutere. Ma resto dell’idea che poter usare il formato RAW con i 100 ISO sia un diritto di tutti i fotografi :)
La compressione del RAW.

Il peso in Mb dei file RAW varia tra 33,4 e 33,8 Mb. In questo esempio il primo file è stato compresso con un algoritmo di compressione blando. Il suo peso è sceso da 33,8 a 25,9 Mb.
Ci avete mai fatto caso? Tutti i RAW della X-T1 hanno lo stesso peso, poco più di 33Mb. Poco? Tanto? Tantissimo! Per farvi un’idea i RAW della Canon 5D mark III che ha un sensore da 22 megapixel (contro i 16 della Fuji), pesano in media 25Mb.
Quando ho acquistato la Fuji ho pensato che uno dei vantaggi di avere meno megapixel rispetto alla 5D sarebbe stato quello di avere file più leggeri e meno hard disk in giro. Fa parte di quella filosofia “Less is more” che un amante della mirrorless sposa da subito senza problemi.
E invece no! I RAW della X-T1 pesano MOLTO PIÙ di quelli della 5D :(
La ragione è presto detta: i RAW sono file che contengono tutte le informazioni e… possono essere compressi. La compressione può essere lossless (senza perdita di informazioni) o lossy (con perdita di informazioni). Ovviamente nessuno è interessato alla seconda.
I RAW della 5D hanno una compressione lossless. Quelli della Fuji? Nessuna compressione. Ok, salveremo tutto il dettaglio ma pesano un botto sul nostro hard disk! :( E come ovvie conseguenze: 1) lo spazio sugli hard disk si esaurisce molto prima e 2) il tempo che impiegavo per scaricare 16Gb di RAW Canon, con la Fuji è moltiplicato almeno per 1,5.
Cosa ci vuole a comprimere? Gli algoritmi di compressione non sono una novità e un RAW con compressione lossless potrebbe scendere dagli attuali 33Mb ad appena 18/20Mb… Quasi la metà!
Credo che qui basterebbe un aggiornamento del firmware… Non comprendo il motivo per cui Fuji non abbia ancora provveduto.
AF-lock con “half press”.
Ho già descritto il problema nella seconda puntata di questa recensione. Sarebbe davvero comodo se una volta bloccato il fuoco con la pressione a metà del pulsante di scatto, questo restasse bloccato fino al risollevamento completo del dito. Che poi è quanto avviene sulle reflex.
In parole povere, dopo aver raggiunto il fine corsa con lo scatto della X-T1, non si potranno scattare altre foto a meno che non si risollevi completamente il dito e si rimetta a fuoco da capo.
Qualcuno suggerisce come “workaround” la pressione del pulsante AF-lock ma, ahimè, non è la stessa cosa :(
La scala per la PDC diversa da quella “conservativa”.
Penso che un semplice aggiornamento firmware potrebbe consentire il cambio di parametro del “circolo di confusione” accettabile. Anche questo problema l’ho descritto nella seconda puntata di questa recensione.
Mentre i calcolatori di Profondità di Campo online o sui nostri smartphone funzionano in un modo e danno tutti, più o meno, gli stessi risultati, la nostra Fuji, per via di un approccio “conservativo”, fornisce risultati significativamente differenti. In particolare la PDC indicata dalla Fuji è molto più ristretta rispetto a quella suggerita dai calcolatori che comunemente utilizziamo. Possiamo considerare attendibile la PDC suggerita dalla X-T1 solo se siamo interessati alla nitidezza estrema. Sicuramente non è il caso della Street Photography, uno dei generi tra i cui appassionati la X-T1 raccoglie maggiori consensi.
Altro incomprensibile comportamento è l’assenza della scala delle distanze di messa a fuoco sul display quando si usano le ottiche “clutch focus” (14mm, 16mm, 23mm). Ok, è sull’ottica, ma volete mettere la comodità di leggerla in maniera più chiara sul display o nel mirino?
Per concludere: Fuji, ti odio. Anzi no… TI AMO!
Le mie perplessità sul sistema terminerebbero qui. Ma sarei ingiusto verso il marchio Fujifilm se non mettessi in evidenza l’impegno che pone nell’ascolto del cliente.
Ricordo che quando da adolescente mio padre mi prestò le sue ottiche Zeiss del 1979 provavo un certo fascino per quegli oggetti senza tempo. Avevano oltre 10 anni di vita ma erano ancora in commercio, funzionavano benissimo, le ghiere erano fluide… La fotocamera Contax invece era già vecchia. Nel frattempo erano nati l’autofocus, i programmi AE, il “bracketing” automatico…
Con il digitale il problema dell’obsolescenza prematura è ancora più diffuso. Acquistiamo una fotocamera e l’anno dopo esce il modello successivo che ci seduce e ci induce a “cambiare” per qualche nuova diavoleria che, all’improvviso, troviamo indispensabile. Ma una fotocamera è fondamentalmente una scatola a tenuta di luce con un po’ di elettronica. E l’elettronica a bordo funziona grazie al software, al “firmware”.
Una azienda seria non spreme i suoi consumatori con un modello ogni anno. E Fujifilm in questo senso si distingue in positivo.
Il caso più eclatante è stata l’uscita, a dicembre 2014, del firmware 3.0 della X-T1. Un “limite” della fotocamera rispetto alle full frame Canon o Nikon era il tempo più rapido dell’otturatore: solo 1/4000 di secondo. Se a questo aggiungevamo che gli ISO più bassi (quando si scatta in RAW) sono pari a 200 ci rendiamo conto delle difficoltà che sorgevano per ottenere una foto correttamente esposta con diaframmi apertissimi in pieno giorno.
Mentre cominciavo a fare i conti con questa limitazione, Fuji ha annunciato un “firmware update” che avrebbe introdotto sulla X-T1 l’otturatore elettronico che, con qualche attenzione da tenere per evitare spiacevoli risultati, consente di ottenere tempi record di scatto di 1/32000 di secondo.
Canon o Nikon avrebbero sfruttato commercialmente l’idea per far uscire un nuovo modello. Fuji ha promesso l’upgrade per tutti e così è stato. Da dicembre 2014 posso usare l’otturatore elettronico (comodo anche in certi casi per la Street) e altre caratteristiche che sono state introdotte con il firmware 3.0.
Ma non è finita qui. Mentre abbozzavo questa recensione qualche giorno fa, qualche esperto Fujifilm di “customer satisfaction” è entrato nella mia mente e ha deciso di accontentarmi regalandomi la compensazione dell’esposizione in manuale :)
Eh si, perchè è freschissima la notizia che a fine giugno sarà rilasciato il nuovo firmware 4.0 che ha, tra le tante novità introdotte, quella che io desideravo.
Firmware 4.0.
A 6 mesi di distanza dal 3.0!!!
Una notizia che ha dell’incredibile in tempi di spinte tecnologiche e obsolescenze programmate.
Lo slogan è efficace: “una fotocamera completamente nuova da scaricare”! E infatti la compensazione dell’esposizione in manuale non è che uno degli “improvements” che ci regalerà Fuji. Il più importante è un rinnovato sistema di autofocus, in particolare di “focus tracking”, che farà la gioia dei fotografi sportivi e naturalistici :)
Ad ogni modo la notizia migliore per me è che… MI FIDO DI FUJI. E in un rapporto d’amore la fiducia è tutto :)
Ha dimostrato di essere un’azienda seria che sa ascoltare il consumatore.
La mia recensione sui limiti della X-T1 termina qui.
Ma adesso sono curioso: voi cosa aggiungereste? :)
Se lo ritenete, sfruttate pure i commenti a questo articolo!
Alla prossima settimana! Proverò a rispondere a questa domanda: quanto costa un sistema mirrorless?
Beh, hai dimenticato un difetto che solo l’ammore può far dimenticare: il mirino EVF! Ok, bellissimo al buio, ma quando sei al sole… dai… viene da rimpiangere un qualsiasi mirino ottico, in cui non sei costretto a vedere tutto contrastatissimo, ripararti gli occhi con la mano sinistra e così via… ah, e poi eliminassero il “blocco” che piglia il mirino quando premi il pulsante di scatto non sarebbe male (c’è anche sulla x-t1, o almeno c’era quando l’ho provata. Io uso la x-e2). Detto questo… sul resto concordo!
Mmmm… per me non è un difetto, anzi! Lo trovo molto comodo. Quando devi ad esempio rivedere le foto con la reflex hai come opzione il solo display e in piena luce è un casino. Ho preso invece l’abitudine di rivedere le foto nell’EVF e puoi farlo anche alle 12:30 del 15 agosto in pieno sole senza problemi :) Ad ogni modo credo che questo potrebbe aiutare chi dovesse avere problemi: http://www.amazon.it/dp/B00JR6UY2C/ref=asc_df_B00JR6UY2C26403937/?tag=googshopit-21&creative=23390&creativeASIN=B00JR6UY2C&linkCode=df0
Grazie per il commento! :)
Pur di far traffico! ;)
Sì, rivedere le foto nel mirino è buono. Aggiungo un vantaggio ancora: io porto gli occhiali e son peggiorato negli ultimi anni. Lavoravo senza occhiali, però ultimamente facevo fatica a regolare i valori (iso, o cambiare il tipo di esposizione) perché… non riuscivo più a leggerli nell’LCD sopra la mia Canon. Così dovevo portarmi cmq gli occhiali appresso… una rottura. Poter entrare nei menu direttamente dal mirino, già con la correzione diottrica, per me è una manna.
Riconosciuto questo, però, ammetterai che quando sei al sole non ci si vede un tubo, in ‘sto cavolo di EVF? Almeno rispetto a quel che vedi in un qualsiasi mirino ottico di vecchio tipo? (non parliamo dei Leica R poi…)
PS: l’eyecup aggiuntivo è interessante, ma io non ho l’x-t1, ho la x-e2
Condivido i punti riportati nell’articolo, solo che non sono del tutto convinto che la X-T1 sia stata pensata per un uso professionale. Per un amatore evoluto si, ma secondo me non potevano spingersi oltre.
Oltre ad alcuni di quelli citati nel tuo articolo, un motivo che mi fa pensare quanto asserito, e’ il syncro flash a 1/180, la gestione del TTL buttata li a caso, la mancanza di un flash serio nel line-up eccetera
Ad ogni modo, una cosa che sento la mancanza dovuta all’uso delle 5D3, e’ la possibilità di impostare dove vorresti trovarti il punto di MAF una volta ruotata la camera in portrait. Vista la mancanza del joystick e la funzionalita discutibile del controller della X-T1, sarebbe stato un bell’aiuto.
Anche questo potrebbe essere facilmente implementato con un aggiornamento del firmware, visto che il corpo già possiede un sensore che fa ruotare l’EVF. Chissà……
Salve da possessore di una nikon d90, sarei tentato di passare al sistema mirrorless nello specifico “fuji xt1”
da quanto letto sul blog, mi sorgono dei dubbi riguardo al punto “compensazione dell’esposizione in manuale”
in quanto sulla parte superiore dell fotocamera si ha una ghiera appositamente dedicata;
come in tutte le reflex, credo…, quando la fotocamera viene impostata in modalità M,A,S
la Compensazione d’ esposizione non dovrebbe avvenire indipendentemente dall’ impostazione ISO?
Grazie
Ciao Enrico! Su molte fotocamere la compensazione esposizione funziona solo in modalità A o S. Sulla X-T1 funziona anche in manuale ma solo con l’ultimo aggiornamento firmware :) Spero di aver risposto alla tua domanda. Altrimenti… sono qui :)
ma a nessuno manca l’indicatore del TILT ? sulla mia ex D800 era molto utile ! in architettura la correzione in fase di ripresa del parallasse è veramente utile.
buongiorno stefano, ho letto quasi tutti i suoi articoli, e per una incompetente come me li ho trovati molto chiari. le chiedo se la fuji x-t1 può essere la macchina adatta a fare fotografie di arte rupestre. le incisioni, e qualche volta le pitture, sono tutte in esterno, open air, in condizioni spesso di luce estrema. le mie necessità sono: foto molto ravvicinate o macro per vedere la tecnica di incisione, foto d’insieme della lastra ornata che può essere superiore al metro e foto di paesaggio per contestualizzare la roccia con i disegni. immagino che la soluzione sia avere più obiettivi…non ho bisogno di fare in fretta, dato che le rocce stanno lì…la ringrazio dell’attenzione.
Buongiorno Alessandra!
Direi che le Fuji possono sicuramente fare al caso tuo. Forse più che la X-T1 ti suggerirei la X-T10, più picccola… Per gli obiettivi sicuramente il 60mm macro può fare al caso tuo :)
Ciao Stefano. Mi chiamo Roberto. Ho letto tutte le 5 parti della tua recensione sulla XT 1 (e sull’APSC Fuji in generale) con enorme piacere. Non ho mai letto un articolo così completo su come affrontare la questione FF – APSC e con così tanti spunti di riflessione. Inserisco questo mio commento nella parte 4 in quanto mi sembra maggiormente pertinente. Vorrei farti notare, a proposito dei limiti qui illustrati, che ce n’è uno che ritengo essere davvero un problema e della cui esistenza, sinceramente, non riesco proprio a farmi una ragione. Devo premettere però che il problema è riferito alla X T2 e non so se è presente anche sulla X T1: si tratta dell’otturatore. Ho letto nel libro di Rico Pfirstinger “The Fujifilm X-T2…” che tale fotocamera non ha un contatore (inaccessibile) del numero di scatti, ma addirittura che il tipo di contatore presente si può azzerare! Non solo: seguendo una certa procedura, si può dare all’immagine un qualsiasi numero, a partire dal quale il contatore continuerà la numerazione sequenziale. Questo fatto porta, ovviamente, a due grosse conseguenze. La prima riguarda il caso in cui voglia vendere la fotocamera: porto a zero i 20.000 scatti effettuati e poi, per dare più credibilità alla cosa, rifaccio partire l’otturatore ad es. da un’immagine con numero di file1200! La seconda (conseguenza della prima) è che il numero di file dell’ immagine (se ovviamente manomesso) a questo punto non è più indicativo dello stato di usura dell’otturatore. Ti riporto le righe che a inizio paragrafo sintetizzano il tutto. “Your camera is automatically numbering your images. With a little trick, you can reset the frame counter and even assign a new starting number.”. A fine paragrafo, invece, è scritto “…image file numbers aren’t a suitable measurement to gauge the wear and tear of the camera’s mechanical shutter.”. Il ché mi sembra estremamente chiaro. Cosa ne pensi? Ciao.
Ciao Roberto, innanzi tutto grazie per i complimenti :) Non conosco bene l’argomento quindi mi astengo. Certamente, se così stessero le cose, non sarebbe affatto una pratica condivisibile. Consiglierei a questo punto l’acquisto da fonti affidabili. Vale per le auto, a questo punto anche per le fotocamere.